Una poetessa dell’ Ottocento dalle origini novesi.

La castellana di Ricolfago di Maria Paola Repetto, pubblicato da Edizioni Culturali Internazionali, Genova (2016), è la biografia di Luisa Lazotti Ricolfi Doria, di ascendenza novese.
Il volume nasce dal desiderio dell’autrice di far conoscere le opere di questa poetessa, che a suo tempo ricevette lodi e consensi, ma oggi nota soltanto a una cerchia ristretta di studiosi, e dalla curiosità per le avventure del suocero di Luisa, Giovanni Ricolfi, personaggio singolare che rispecchia le contraddizioni dei due secoli tra i quali visse.
Attraverso una minuziosa ricerca di archivio il libro ricostruisce le vicende di Luisa e della sua famiglia, partendo appunto da Giovanni Ricolfi che, entrato in convento, forse costretto, a 16 anni, abbraccia la causa rivoluzionaria nel 1797, diventa uno dei capi degli insorti e intreccia una relazione con Geronima Doria, ricca vedova del marchese Franzoni. Giovanni e Geronima si sposano civilmente a Marsiglia nel 1802, ma la riprovazione per la loro condotta è unanime per cui Giovanni intavola una lunga trattativa con il Legato Pontificio a Parigi, il cardinale Caprara, per ottenere una dispensa temporanea che gli consenta di riabilitare il matrimonio di fronte alla Chiesa. Poco dopo le nozze, avvenute a Grasse con rito religioso nel 1803 e la nascita di un figlio, Giuseppe Giovanni Battista Ricolfi Doria Franzoni (i due cognomi sono dovuti all’eredità materna), la Marchesa muore e Giovanni ritorna a Genova. Vinta l’ostilità dei cognati e in possesso di un ingente patrimonio, rientrato nel clero secolare, il Ricolfi pone la sua dimora in una villa situata sul colle San Bernardo a Lavagna (Castello di Ricolfago), si dedica all’educazione dell’unico figlio e gli sceglie come sposa una donna di lettere, Luisa Lazotti, figlia della novese Maria Carolina Cattaneo (a sua volta figlia dei “magnifici” Ottavio e Giovanna Castagnola) e di Domenico Lazotti, appartenente a una nobile famiglia di Castelnuovo Magra. Luisa, affermatasi presto come apprezzata poetessa, iscritta all’Arcadia con lo pseudonimo di Glaucilla Esperide e in relazione con personaggi di rilievo in ambito culturale, diventa animatrice di un salotto di indirizzo liberal-democratico nel castello di Ricolfago, e vi riceve, oltre ad altri intellettuali, Michele Giuseppe Canale, che vi ambienta il suo romanzo storico
Il castello di Ricolfago (fingendo di aver trovato lì un manoscritto), e Paolo Giacometti che vi si ispira per Ricolfago e Solaria (inedito). Al culmine del successo letterario, tuttavia, colpita da una gravissima affezione psico-fisica, Luisa, a trentanove anni, nel 1844, si lascia morire di inedia, senza aver potuto realizzare il desiderio di riunire in un unico volume tutte le sue opere edite in tempi diversi.
Questo libro, che appaga l’aspettativa di Luisa, ne raccoglie i versi e, attraverso documenti d’archivio ed elementi tratti dalle sue stesse rime, ne delinea la breve vicenda terrena.

 

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